Perugia: fra gusto e tradizione
Una delle tradizioni più curiose legate alla storia di Perugia, imponente città umbra le cui origini si perdono nei secoli XI e X a.C., è la festa del Santo Anello e la benedizione delle fedi nuziali.
Celebrata ogni anno nella cattedrale di San Lorenzo, il 29 e il 30 agosto, l’antica ricorrenza possiede in realtà origini “ben poco spirituali”, poiché nacque come conseguenza di un furto a opera di… un uomo di chiesa. Winter da Magonza, frate minore francescano, il 2 luglio 1473 fuggì da un convento di Chiusi dopo aver sottratto il presunto anello sponsale della Vergine. La preziosa reliquia sarebbe finita in Germania se il furfante non si fosse perso, giungendo così alle porte di Perugia, dove venne accolto con benevolenza e donò la preziosa reliquia al priore Matteo di Francesco Montesperelli, che ne dispose la conservazione nella Cappella dei Decemviri del palazzo comunale.
L’anello, in onice verde o calcedonio, è ancora oggi custodito in un reliquiario in rame e argento, contenuto in una cassaforte, posta a otto metri di altezza, che si trova all’interno di un vano, protetto da un’inferriata dorata, coperta da un drappo color rosso porpora. Per aprire le casseforti occorrono 14 chiavi, un tempo conservate da istituzioni civili e religiose e oggi riunite nelle mani del comune (8), della Mercanzia (1), del Cambio (1) e del capitolo della cattedrale (4). L’apertura deve avvenire alla presenza di un rappresentante del comune e del capitolo, redigendo un verbale. Durante la festa viene esposto alla devozione dei fedeli e il cerimoniale, la calata del Sant’Anello, prevede la discesa dell’altare, la cui parte bassa è a forma di nuvola argentea, tramite una macchina settecentesca, al fine di portare a terra il tempietto, poi appoggiato su un palco centrale. Coloro che desiderano avere un matrimonio lungo e felice, portano le fedi nuziali a benedire mentre le coppie in crisi vi si recano per ritrovare l’armonia perduta.
Sempre alla tradizione religiosa è legato uno dei dolci tipici della zona di Perugia, il Torcolo di San Costanzo, dolce povero, un tempo preparato per il giorno della festa dedicata al santo, con ingredienti semplici e facilmente reperibili. Il nome della ricetta, a base di pasta lievitata, canditi, uva passa, pinoli e anice, prenderebbe il nome da San Costanzo, primo vescovo di Perugia e uno dei due patroni della città, decapitato durante le persecuzioni cristiane dall’imperatore Marco Aurelio. Dalla classica forma a ciambella, con un’incisione pentagonale che rimanda alle cinque porte di accesso ai rioni del centro storico del capoluogo umbro, avrebbe assunto tale forma a ricordo della ghirlanda di fiori posta sul suo collo per nascondere i segni della decapitazione. Se il 29 gennaio, giorno di festa dedicato al santo, vi trovate nelle vicinanze di Perugia, fate un salto in Corso Vannucci dove potrete gustare questo delizioso dolce tipico che, secondo l’usanza, viene offerto dal comune a tutti i cittadini!