L’Italia: un cuore che non si arrende mai. Intervista alla cantante lirica giapponese Masako Ichijo.
Degli oltre 28.000 studenti che, ogni anno, si recano in Italia a studiare nelle scuole ASILS, quasi il 5% proviene dal Giappone, che rappresenta il quinto paese più rilevante per il numero di presenze. L’interesse per il nostro Paese da parte degli studenti giapponesi è fortemente focalizzato sulla cucina, l’artigianato e soprattutto l’opera. Ne abbiamo parlato con Masako Ichijo, cantante presso la Japan Opera Foundation e studentessa presso la scuola CiaoItaly di Torino.
Da quanto tempo studia l’italiano? Lo studio da due anni. Ho iniziato perché dovevo cantare una canzone italiana e volevo comprenderne il significato. Dato che in Giappone non è così facile studiare l’italiano in modo approfondito, ho deciso di venire a Torino perché una mia amica aveva già studiato a CiaoItaly e me ne aveva parlato bene. La prima volta che sono stata a Torino ho avuto l’impressione che ci fosse molta affinità fra la città e la sensibilità giapponese e ho deciso di tornarci dopo un anno. Nonostante la mia lunga assenza, a scuola mi hanno accolto calorosamente e hanno avuto molta cura di me. Se tornerò in Italia, studierò di nuovo lì.
Le è piaciuto stare a Torino? È una città in cui vivrebbe? Ho abitato vicino alla Stazione di Porta Nuova e, secondo me, è la zona ideale perché si può andare a piedi in centro ed è comodo per raggiungere sia la scuola sia l’Accademia della Voce del Piemonte, dove ho approfondito i miei studi lirici. A Torino si vive bene: le persone sono eleganti e gentili ed è una città sicura, soprattutto non è affollata e veloce come Tokyo. A Torino le persone riconoscono la tua individualità e ti rispettano. Questa è la maggiore differenza che ho osservato fra l’Italia e il Giappone ed è stato un momento di svolta nella mia vita.
Che cosa Le è piaciuto maggiormente di Torino? È una città piena d’arte e la gente ama moltissimo la musica ed i musicisti. In Giappone ci sono poche opportunità di esprimere la propria personalità artistica perché il pubblico non accetta le personalità speciali e pensa che solo l’arte regolare sia bella. Ma l’arte è la personalità dell’artista, è amore, è una cosa speciale che solo uno ha al mondo. Qui a Torino ti rispettano e ti non rifiutano mai ed io posso essere me stessa senza preoccuparmi; attraverso la musica posso esprimere le esperienze della mia vita e questo è un grande piacere. La ragione per cui amo Torino è che questa città ha reso questa cosa possibile. Questa esperienza produrrà grandi risultati nella mia vita umana e professionale. Torino mi ha insegnato a vivere tutto in modo positivo.
Che cosa ha scoperto che non immaginava prima di venire in Italia? Il vero significato dell’amore. In Giappone non si possono esprimere direttamente l’amore e le proprie passioni. I giapponesi decifrano le emozioni dei propri interlocutori dalle espressioni del volto, mentre in Italia le persone si parlano direttamente e in modo affettuoso e ci sono molte parole d’amore. Si rispetta l’interlocutore anche parlando di queste cose splendide e lodandosi a vicenda. Penso che in Italia ci sia molto amore. Prima pensavo di dovermi vergognare a parlare d’amore, ma sono orgogliosa di avere imparato a parlarne schiettamente.
Consiglierebbe ai suoi amici di venire in Italia a studiare o lavorare? Certamente!!! Vivendo in Italia non si impara solo la lingua, ma anche la cultura del paese e le relazioni umane. Soprattutto si può imparare ad avere un cuore che non si arrende mai. Certo, ci saranno sempre momenti di sconforto, ma se si crede sempre nel futuro e non si perde il piacere dell’apprendimento, si possono sempre raggiungere i propri obiettivi. Il canto, che è tutta la mia vita, è una strada dura, ma ho imparato che non devo arrendermi mai, che devo sempre ascoltare il mio cuore e impegnarmi, perché ci sarà sicuramente un futuro luminoso. Lo studio della lingua è stato fondamentale in questo mio percorso: apprendendo le sfumature di molte parole italiane e un grande repertorio di espressioni ho compreso molto della cultura italiana. Questo mi ha permesso di affrontare il canto con nuovi sentimenti. Dato che noi musicisti abbiamo la missione di dare vita alle bellissime opere lasciate da compositori e parolieri, per farlo bene dobbiamo metterci il cuore ed esprimere i sentimenti con le parole. Per questo è essenziale imparare le lingue.
Quale, fra i modi di dire italiani che ha studiato, Le piace di più? “Se sono rose, fioriranno…”. Tutti i fiori fioriscono, anche se non sono rose. Ogni persona è un fiore diverso e, dato che non c’è un solo fiore nel mondo, un giorno tutti i boccioli fioriranno e saranno bellissimi.