Hashtagneologismo
#neologismo… ma che cos’è un neologismo? È una nuova parola e, allo stesso tempo, una parola nuova, che nasce per derivazione o composizione da vocaboli già in uso oppure che viene introdotta con adattamenti da un’altra lingua.
In passato sono stati soprattutto scrittori, teologi, filosofi e giornalisti a innovare e arricchire il lessico italiano, poi sono venute la radio e la televisione, oggi è l’uso di internet e dei social network a creare nuovi termini, testimoniando quanto ormai abbiano permeato la nostra mutevole quotidianità.
Si tratta per la maggior parte di anglicismi, o meglio, di parole o espressioni inglesi adattate all’italiano, aventi tutte la stessa caratteristica: sembrare d’impossibile traduzione.
Sarebbe tuttavia errato pensare che non sia possibile tradurle, poiché in ogni lingua si può esprimere qualsiasi concetto, si preferisce al contrario mantenere il termine anglofono al fine di richiamare esplicitamente la sua relazione con invenzioni, concetti, tecniche e stili di vita provenienti d’oltre-Oceano.
Hater, influencer, like sono solo un piccolo esempio di come l’inglese sia entrato a far parte del nostro modo di comunicare. L’autoritratto è diventato un selfie e l’arte del ritocco, fotoscioppare, un verbo ormai d’uso comune che deriva dal celebre programma Photoshop.
Anche le applicazioni influenzano il nostro vocabolario, ad esempio, se due persone si piacciono reciprocamente, si matchano, voce riflessiva del verbo matchare, usato su Tinder per indicare due individui che, osservando le reciproche foto e ritenendole soddisfacenti, hanno deciso di abbinarsi.
La parola social, entrata a far parte dei neologismi del vocabolario Treccani nel 2012, è diventata un aggettivo invariabile il cui significato è “che utilizza la rete come luogo di condivisione e scambio di informazioni ed esperienze”, mentre twittare, inserito l’anno successivo, significa scrivere un fugace cinguettio, un breve volatile aggiornamento sul social network dei volatili, comunemente chiamato Twitter.
E proprio da un tweet politico sul mancato quorum alla consultazione dell’aprile del 2016 sarebbe nato il simpatico ciaone, divenuto molto popolare fra i giovani ma da utilizzare con attenzione, in quanto non significa un grande e affettuoso ciao ma si tratta di un commento velatamente sarcastico di disappunto.