Te c’hanno mai mannato a quer paese…
Te c’hanno mai mannato a quer paese… Recita una famosissima canzone di Alberto Sordi, il cui ritornello omaggia una di quelle espressioni idiomatiche italiane, non solo sono intraducibili letteralmente, ma così intimamente legate alla cultura popolare da risultare di difficile comprensione anche per coloro che conoscono bene la lingua.
Andare/mandare qualcuno a quel paese e la sua variante andare a farsi benedire sono fra le più famose e utilizzate da sempre. Quel paese è un eufemismo per mascherare l’Aldilà, forse per attenuare la forza dell’espressione, in quanto la mentalità popolare tende spesso a evitare di pronunciare in modo esplicito termini di significato fortemente negativo, ad esempio la parola morte. Andare a quel paese si usa per allontanare bruscamente qualcuno, per invitarlo a togliersi di mezzo o anche solo a stare zitto.Viene usata anche per esprimere insofferenza nei confronti di qualcuno oppure per rispondere negativamente a una richiesta o a una proposta. Si usa in ambito famigliare e informale, anche con tono scherzoso, e in sostituzione di modi di dire che risulterebbero molto più volgari e insultanti.
Quando invece chiediamo in prestito un oggetto a una persona, con la quale solitamente intratteniamo rapporti informali, potremmo sentirci dire: “Mi raccomando, si chiama Giovanni! o Ernesto! o Pietro!” Ognuno di questi si chiama è seguito da un’espressione in rima (Giovanni… senza danni, Ernesto… torna presto e Pietro… torna indietro), così famosa da restare spesso sottintesa, dato che è sufficiente pronunciare la prima parte e la persona capirà che deve aver cura di ciò che le abbiamo prestato, che lo dovrà restituire così come gliel’abbiamo dato e in breve tempo. Si tratta quindi di una semplice battuta, tra l’implicito e l’ironico, che ha lo scopo di comunicare una raccomandazione, altrimenti considerata poco elegante, dato che la generosità vera vorrebbe che non ci importasse regalare una cosa prestata.
Fra le espressioni del popolo diventate tristemente internazionali grazie al governo berlusconi, vi è fare le corna a qualcuno: accompagnata spesso dall’ancor più famoso gesto che simula le corna di un animale, può significare che la moglie o il marito hanno tradito la fedeltà coniugale o, per estensione, l’infedeltà nei confronti di un luogo in cui si è soliti andare. Può essere anche utilizzata per insultare qualcuno, sottintendendo che si tratta di una persona di così poco valore da essere inevitabilmente tradita dal coniuge oppure, in senso positivo, significa fare gli scongiuri ma, in questo caso, il gesto a cui viene spesso associata, con le corna rivolte verso il basso, sembra derivare dall’uso degli antichi Romani di portare un anello portafortuna all’indice e al mignolo.
Se infine qualcuno, riferendosi a un intellettuale o a una persona che vuole contraddistinguersi per un uso superiore dell’intelletto, userà l’espressione braccia rubate all’agricoltura, non sarà per fargli un complimento ma per sottolineare, con pungente ironia, che sarebbe meglio se si interessasse di questioni alla sua portata, al posto di fare speculazioni filosofiche.