Taormina al centro del mondo
Il 26 e 27 prossimi si terrà al Palacongressi di Taormina il 43° vertice del G7. La scelta della località, decisa dell’ex-premier Renzi, è stata motivata come volontà del Governo italiano di sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sulla vicenda delle migrazioni e dei profughi. Si ribadisce così il ruolo centrale dell’Italia nell’area mediterranea. Ne abbiamo parlato con Alessandro Adorno, Direttore della scuola Babilonia che, propria a Taormina, ha sede e che ha appena festeggiato i suoi primi 25 anni di attività.
Perché quest’anno è proprio Taormina ad ospitare il G7? Non vi è dubbio che abbiano scelto Taormina per il suo prestigio internazionale e come simbolo di quel crocevia di culture e religioni all’interno del Mediterraneo che è la Sicilia, sintesi e paradigma di pace, tolleranza e convivenza. Taormina racconta, nella sua archeologia e nella sua architettura, secoli d’integrazione e convivenza incastonati nella bellezza di scenari quasi mistici: il mare e il cielo che si perdono nell’orizzonte, il respiro ancestrale dell’Etna, la natura esplosiva, i colori estranianti.
Sono questi i motivi che l’hanno spinta ad aprire qui la Sua scuola 25 anni fa? In parte sì, ma anche è stato anche a causa di una di quelle sliding door che succedono nella vita di tutti noi. Una vacanza in Sicilia, il direttore della scuola ABC di Firenze presso cui lavoravo al tempo, una pizza con vista mozzafiato e circostanze incontrovertibili della vita che ti chiamano a fare delle scelte… E credo di aver fatto bene a dar retta alla vocina che mi suggeriva di farlo. “Cosa?! Aprire la prima scuola di italiano per stranieri da Roma in… Sud?”. Sì, perché Babilonia è stata la prima scuola dedicata all’insegnamento della lingua e della cultura italiana fondata a Sud di Roma. Ci tengo ad affermarlo e rivendicarlo perché ricordo perfettamente lo sbalordimento e la marcata e insopportabile ironia nei primi viaggi di promozione all’estero: “Una scuola al sud?! Non funzionerà! Nessuno vuole andare al Sud… in Sicilia! Mafia, criminalità, caos… E poi non si parla italiano…”. E, a seguire, un’apoteosi di luoghi comuni. Così è nata Babilonia, con l’intento di far conoscere l’enorme patrimonio storico-letterario-architettonico-artistico-paesaggistico della Sicilia agli amanti stranieri della lingua e cultura italiana.
Deve essere stata una bella sfida… Ho fondato Babilonia nell’aprile del 1992. Sembra ieri… La mia prima figlia: tanta fatica, nel parto, nella crescita e nell’età matura, ma altrettanta soddisfazione.
Qual è la parte più appassionante del Suo lavoro? Quando incroci qualcuno che apprezza quello che hai fatto e quello che fai, che ti ringrazia per il tuo lavoro e per il tuo impegno e per l’opportunità che gli hai offerto. E quando capisci che hai smontato quelle incrostazioni di pregiudizio nei confronti della Sicilia.
Qual è stato il momento più emozionante che ha vissuto con la Sua scuola? Ce ne sono stati tanti: i più speciali sono stati l’essere premiati come “Star School” dal Language Travel Magazine (ora Study Travel Magazine) e ricevere il Premio Cultura della Città di Taormina. Però continuo ad emozionarmi ogni volta che una Università straniera si affida a noi per i propri corsi accademici, quando tengo conferenze in giro per il mondo. Mi lusinga sempre quando colleghi stranieri, insegnanti anche loro, alla fine di un corso a Babilonia si informano sulla nostra metodologia e sui nostri principi didattici. Ma, soprattutto, mi rende felice quando uno studente ti dice “Ci rivediamo presto!”
Qual è il stato il momento più difficile nella storia della Sua scuola? Quando è scaduto il contratto d’affitto della nostra vecchia sede. Per un paio d’anni non siamo riusciti a trovare una sede adeguata alle nostre esigenze e abbiamo rischiato di non poter continuare a Taormina. Fortunatamente i proprietari ci avevamo informato per tempo della loro intenzione di non rinnovare il contratto. Poi, ancora una sliding door: la possibilità di ristrutturare e prendere in affitto Casa Silva, una villa protetta dalla Sovrintendenza alle Belle Arti nel cuore di Taormina, a 200 metri dal Teatro Greco, lungo una scalinata storica in pieno Parco Archeologico, con un giardino mediterraneo a dir poco straniante…
Un ricordo di uno studente speciale? Sono tanti, tantissimi. Ma, fra tutti, Katarina mia compagna, moglie e madre di nostro figlio Jurko, dato che galeotta fu Babilonia…
Con tutta questa passione in cuore, immagino che siano molti progetti per il futuro? Vorrei che Babilonia continuasse ad essere sinonimo di qualità, impegno, legalità, competenza, passione e di benessere. Per coloro che vi lavorano, per coloro che la frequentano e per coloro che collaborano. Spero che tutto questo un giorno possa continuare anche senza di me e che qualcuno se ne ricordi.