Rosso di sera…
Gli specialisti dei modi di dire a carattere atmosferico sono di solito gli inglesi, ma anche nella lingua italiana ve ne sono parecchi che hanno come tema principale il tempo. Uno dei più antichi e conosciuti è un detto tipico dei marinai: rosso di sera, bel tempo si spera, rosso di mattina, la pioggia si avvicina. Quando il cielo si colora di rosso al tramonto, si può sperare che la giornata successiva sia bella, mentre se accade al mattino, solitamente si prepara una perturbazione.
Ed è proprio la pioggia a essere la protagonista indiscussa di modi di dire comunemente usati, sia come sinonimi di piovere a dirotto, piovere a catinelle, sia per prevedere quando diluvierà, cielo a pecorelle, acqua a catinelle, ossia qualora vediate le nuvole disporsi in cielo come un gregge di pecore, il maltempo è vicino.
Se sentite qualcuno pronunciare con amarezza Piove sempre sul bagnato!, non si sta lagnando del cattivo tempo, ma molto probabilmente sta commentando un fatto accaduto a qualcuno o a sé stesso, che si ripercuote sulla sua condizione già di per sé negativa. Questa espressione, infatti, si riferisce al ripetersi di qualcosa di vantaggioso o di svantaggioso, sempre al medesimo soggetto, e di solito la si usa in senso assoluto e fatalistico, per lamentarsi del fatto che mentre ai ricchi capita in sorte sempre più denaro, ai poveri toccano sempre e solo problemi o disgrazie.
Piove, governo ladro! è un’espressione che indica generalmente il malcontento dei cittadini verso lo Stato, ritenuto colpevole di tutti i mali possibili… compresa la pioggia! Sono molteplici le possibili origini di questa espressione, secondo Giuseppe Fumagalli sarebbe da ricondurre ad Agostino d’Ippona che nel De civitate Dei l’attribuisce alla tendenza a incolpare i cristiani di qualsiasi problema (ad esempio della siccità, attraverso la proverbiale frase pluvia defit, causa Christiani sunt (liber II, cap. 3). Secondo un’altra ipotesi deriverebbe dall’antica Roma, quando magistrati e soldati romani, la cui paga consisteva principalmente in sale, sapevano che nei giorni di pioggia sarebbero stati pagati meno, in quanto con l’umidità il sale avrebbe acquistato peso. Altri collocano la nascita dell’imprecazione nei territori del nord Italia (Regno Lombardo-Veneto 1815-1848), sotto l’occupazione Austriaca. In quel periodo i contadini sapevano che un’annata piovosa avrebbe causato un aumento delle tasse poiché i governatori austriaci avrebbero previsto un raccolto più abbondante. Differente invece l’origine data da Alfredo Panzini (Dizionario moderno, 1905), secondo il quale la frase diventò celebre grazie a una vignetta di Casimiro Teja, pubblicata dalla rivista satirica Il Pasquino, che rappresentava tre mazziniani al riparo da una pioggia incessante, seguita da relativa legenda Governo ladro, piove!. Nel 1861 i mazziniani avevano infatti preparato a Torino una dimostrazione che andò a monte proprio perché pioveva. L’espressione, che divenne poi il motto della rivista, assunse quindi il significato di ironica critica alle proteste dei cittadini contro il governo, ritenuto sempre causa di qualsiasi disgrazia o evento negativo. Citiamo infine un’ipotesi secondo la quale l’espressione avrebbe origine dalla tassa applicata agli abitanti delle città che raccoglievano in cisterne l’acqua piovana proveniente dalle grondaie.
Se, per finire, siete stati invitati a un matrimonio e, all’arrivo o all’uscita della sposa dalla chiesa inizia a piovere, non stupitevi se qualcuno abbozzerà un Sposa bagnata… senza terminare la frase, si tratta infatti di un modo di dire talmente comune da non avere necessità di essere terminato! Sposa bagnata, sposa fortunata è in realtà quasi sempre usato con tono consolatorio, dato che gli sposi ovviamente preferirebbero una splendida giornata di sole, ma può essere utilizzato anche con significato augurale: la donna, come la terra, se bagnata dalla pioggia nel giorno delle proprie nozze, sarà fertile.