Come sta la lingua italiana? Tra tweet ed emoticon, come evitare gli strafalcioni più comuni
“La situazione è grammatica”, un pamphlet pubblicato da Einaudi un po’ surreale e molto istruttivo sullo stato di salute della lingua italiana, ai tempi delle emoticon e dei tweet di governo e d’opposizione. Un agile saggio non privo d’ironia, capace di ricostruire la storia contemporanea del vocabolario che fu di Dante. Attraverso gli errori più comuni, le distrazioni, i lapsus cronici, che a volte si scatenano anche a causa di regole datate e astruse.
Andrea De Benedetti, linguista, laureato in Grammatica italiana, già autore di varie pubblicazioni, si domanda perché facciamo tutti questi errori grammaticali; e ci suggerisce la via per evitarli. De Benedetti annota come “gli errori sono innanzitutto sintomi da comprendere e da interpretare”. Qualche esempio tra i tanti snocciolati nel libro. Accelerare “si scrive con una sola elle, solo che a un certo punto abbiamo cominciato a pronunciare la elle come se fosse lunga, e a furia di allungarla è capitato che qualcuno abbia cominciato a scrivere “accellerare o accelleratore”.
De Benedetti invita a una seria valutazione dell’italiano via web: sui social soprattutto, “il buono e il cattivo italiano finiscono per avere uguale diritto di cittadinanza, attraverso il braccio armato di milioni di utenti”.
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