La Scuola Leonardo da Vinci di Firenze festeggia i suoi primi 40 anni
L’ASILS raggruppa oggi quasi 50 scuole operanti su tutto il territorio nazionale. L’associazione ha lo scopo di garantire e vigilare sulla serietà e la competenza professionale dei centri aderenti. Grandi o piccole che siano le scuole, si fa parte dell’ASILS solo se ne vengono rispettati i criteri etici e gli standard qualitativi. La Scuola Leonardo da Vinci di Firenze, fra i soci fondatori dell’ASILS, quest’anno festeggia con successo 40 anni di attività: il progetto di quattro giovani amici, tre fiorentini e uno svizzero, è diventato un gruppo con sedi anche a Siena, Roma, Milano e Viareggio. Tutte le scuole si ispirano al motto dei fondatori “Stare sempre insieme agli studenti”. Ne abbiamo parlato con Chiara Poggi, ideatrice e cuore pulsante del progetto. Le si illuminano ancora gli occhi quando, con passione ed entusiasmo ci racconta, la sua avventura imprenditoriale.
Com’è nata l’idea di aprire una scuola? Mi è piaciuta un’esperienza estiva come insegnante in un’altra scuola di italiano per stranieri. Così ho pensato di aprirne una con altri amici e con uno studente, Gedeone, che ora è mio marito: ho unito, per così dire, l’utile al dilettevole. Dal lontano 1977 la dirigiamo insieme: siamo ben 4 direttori con compiti diversi divisi tra noi.
Qual è la parte più appassionante del Suo lavoro? Sicuramente è stato il periodo dell’insegnamento: la conoscenza di studenti di tutte le parti del mondo e il constatare i loro progressi nell’apprendimento; dividere con loro anche momenti ludici, fare nuove amicizie, scambiare esperienze. Nei primi anni passavamo tutto il nostro tempo con loro ed era bellissimo. Tutti ci dicevano che non avremo retto il ritmo e invece… In tutte le nostre sedi il programma delle attività ricreative è molto importante e studiato con grande cura, perché i nostri studenti non devono mai sentirsi soli. Idealmente siamo sempre con loro, ma abbiamo passato il testimone ai nostri collaboratori. Oggi lavoro all’Ufficio marketing e mi occupo anche della certificazione AIL, ma mi manca il contatto diretto con gli studenti… Così qualche volta, quando ho tempo, aiuto a somministrare i test d’ingresso quando arrivano i nuovi allievi.
Qual è stato il momento più emozionante vissuto con la Sua scuola? Una sorpresa inaspettata: per un mio compleanno ho ricevuto da Parigi un mazzo di fiori talmente grande che non bastava la mia scrivania a contenerlo. Me l’ha mandato uno dei miei primi studenti!
Uno studente davvero speciale per Lei? Saleem, il ragazzo che mi ha mandato i fiori da Parigi. Ci ha praticamente insegnato il metodo diretto facendoci lezione di swahili, la sua lingua madre e una lingua totalmente sconosciuta a tutti noi
In una carriera così lunga ci sono stati momenti difficili? Ce ne sono stati molti: periodi di crisi, divergenze con i soci, soprattutto conciliare la nascita dei figli con l’attività lavorativa, ma è stato tutto brillantemente superato.
Quali sono i Suoi progetti per il futuro? Andare in pensione il più tardi possibile.
Un sogno nel cassetto? Mi piace molto leggere e ho sempre sognato di scrivere un libro. Chissà? Forse un giorno lo farò o resterà, in buona compagnia, nel cassetto.