Scuola, in arrivo gli insegnanti d’italiano per stranieri
Il premier Matteo Renzi ha dato il via libera ai primi undici decreti attuativi della riforma della Pubblica amministrazione, che ora passeranno al vaglio del Parlamento. Nella scuola è stato deciso il concorso per 63.712 insegnanti, definito da Renzi “un grande investimento sulla scuola”. Si tratta del riordinamento delle materie d’insegnamento (e relativi titoli di accesso) nella scuola primaria e secondaria. Un passaggio fondamentale per procedere alla prossima selezione di docenti. Tra questi nuovi insegnanti vi saranno 500 docenti di lingua italiana dedicati ai ragazzi stranieri, oggi il 10 per cento degli studenti in Italia. Il premier Matteo Renzi ha ribadito che “serviranno tre anni per avere una scuola normale. La strada intrapresa, però, è quella giusta. Nessun governo ha mai fatto questi investimenti nell’istruzione”.
E proprio il “Manifesto” analizza la situazione degli insegnanti di lingua italiana per stranieri. La categoria A23, quella che li riguarda, offre soltanto 500 posti: i docenti attuali, tutti rigorosamente precari, sono almeno 10 mila, ma secondo i calcoli di Riconoscimento, il movimento che li riunisce sul web, l’80 per cento non soddisfa i requisiti richiesti per partecipare al concorso. Tra le novità alla classe A23, “Lingua italiana per discenti di lingua straniera”, potrà avere accesso solo chi, oltre alla laurea, ha “titoli di specializzazione italiano L2 individuati con specifico decreto del Ministro dell’istruzione”.
“Il numero di 10 mila è soltanto una stima, perché non esistono cifre ufficiali, nonostante siano state richieste. Il fatto è che questi lavoratori trovano impiego in tanti canali: le università, innanzitutto, ma poi anche le scuole private per gli stranieri in Italia, o i centri territoriali permanenti delle scuole pubbliche, dove si fanno corsi per inserire i ragazzi o far imparare l’italiano agli immigrati adulti”, spiega il Manifesto.
Il nodo sta nella formazione secondo il quotidiano. “Negli ultimi venti anni le università hanno tenuto master, scuole di specializzazione e dottorati dedicati a formare proprio gli insegnanti di lingua italiana per stranieri L2LS (L2 sta per “italiano come seconda lingua per stranieri in Italia”, LS per “italiano come lingua straniera insegnata all’estero”), e ammettevano laureati in tutte le discipline umanistiche — «da Filosofia a Lettere, a Beni culturali, Storia, Antropologia», spiegano gli insegnanti di Riconoscimento. Il concorso, al contrario, ha ristretto le maglie: passano solo le lauree in Lettere, Lingue, Linguistica e Filologia, per giunta con l’obbligo di avere in curriculum esami molto specifici.
(Fonte Manifesto, Ansa)