È una traduttrice dall’italiano il nuovo caso letterario d’America
Le stelle letterarie, di questi tempi, sono rare. Assai più raro è immaginare nei panni di rock star il traduttore di un’opera. E per di più da una lingua che, per quanto amata e celebrata, appare “minoritaria” nel panorama internazionale del business dell’editoria, quale l’italiano. Proprio questo è invece accaduto ad Ann Goldstein. A rivelarlo è il “Sole 24 Ore”. Il caso ha voluto che s’imbattesse in uno dei maggiori successi letterari degli ultimi anni in America: la serie di romanzi della saga l’Amica geniale di Elena Ferrante. La combinazione con il mistero che circonda l’identità dell’autrice ha fatto il resto, trasformando Goldstein anche in un istantaneo surrogato d’eccezione: il “Wall Street Journal”, che le ha dedicato un profilo, ha raccontato di un appuntamento lo scorso settembre in una libreria di Brooklyn, BookCourt, per il lancio dell’ultimo romanzo della serie, Storia della bambina perduta, dove la traduttrice era in realtà l’ospite atteso con ansia da una folla di oltre 300 fan a caccia di autografi.
Il caso ha voluto che anche una seconda sorpresa letteraria, in arrivo quest’anno, avesse al centro l’italiano: la scrittrice americana e premio Pulitzer, Jhumpa Lahiri, reduce da tre anni di soggiorno a Roma, ha adottato l’italiano per il suo nuovo capitolo creativo. Un suo volume di memorie, In Other Words, è in uscita agli inizi di febbraio: la versione originale, italiana, scritta da Lahiri; la traduzione inglese a fronte firmata da Goldstein. Il talento di Goldstein, invece, non è affatto casuale. E’ il risultato di una lunga e finora schiva carriera di professionista della parola, coltivato in seno al giornalismo di qualità. La sua passione per l’Italia l’ha coltivata in ufficio, studiando la lingua con alcuni colleghi e cominciando dalla lettura della Divina Commedia.
(Fonte il Sole 24 Ore)